domenica 15 aprile 2012

Chiusdino, Abbazia di San Galgano - Monterchi - Fermignano


Finalmente un po' di sole! Ne approfittiamo per incamminarci: dobbiamo attraversare l'Appennino e le previsioni meteo non sono incoraggianti... Ma lungo la strada scopriamo di essere vicini ad un posto che volevamo visitare da tempo: l'Abbazia di San Galgano! Dove c'è la vera Spada nella Roccia! Ovviamente non quella di Re Artù, ma quella del sant'uomo che qui la infisse per poi venerarne... la croce dell'elsa. Eh, si sa, coi santi ci vuol pazienza.

Insomma, ci fermiamo a vedere quel che resta di quest'enorme chiesa: è veramente incredibile! E soprattutto è incredibile che sia stata lasciata andare in malora dagli stessi monaci che, trasferitisi in altro luogo, pensarono bene di togliere e portarsi via la copertura in piombo del tetto! Non c'è niente da fare, i preti non li capiremo mai!

Troviamo che il luogo conservi un fascino misterioso, arcano e ciò nonostante i non pochi turisti presenti, moltissimi stranieri che vengono da ben più lontano di noi che queste cose le abbiamo a portata di mano.

Gli scorci da fotografare sono tantissimi! Dove guardi vedi inquadrature affascinanti ed è molto difficile fare una scelta. Come sarà poi difficile fare una selezione da proporre in questo post. 

Molte decorazioni di grande originalità e scelte architettoniche non banali, come le colonne "a mensola", che non arrivano fino a terra ma si poggiano su una mensola a metà parete. Soluzione che dà slancio e lascia spazio.

Ma quello che colpisce maggiormente è l'intreccio di capriate che si sommano nell'ampia prospettiva.

Per ultimo ci inerpichiamo per la strada più difficile fino alla Cappella di Montesiepi, una piccola chiesa situata sulla collina a poche centinaia di metri dall'Abbazia. La Cappella fu costruita nel 1183 per ordine del vescovo di Volterra e racchiude al centro la roccia nella quale è infissa la spada di Galgano. Qui i turisti sono talmente numerosi da impedire fisicamente l'ingresso nella piccola chiesa: aspettiamo l'uscita di un folto gruppo per poter ammirare il manufatto.


Dopo uno spuntino in zona, presso la cooperativa agricola S.Galgano, riprendiamo la strada e andiamo avanti per più di 100 km fra monti e boschi. Ancora non paghi, ci fermiamo a Monterchi, in provincia di Arezzo, per ritrovare un affresco che abbiamo visto più di 25 anni fa: la Madonna del Parto. Strappato dalla chiesetta dove lo ricordavamo, restaurato e posizionato all'interno di un museo appositamente allestito, il dipinto ci sembra aver perso fascino, o forse gli anni sono tanti e la memoria ci tradisce... Certo è che questi contorni definiti, questi colori nitidi... Meglio forse uno sguardo dalla finestra sulle colline aretine.

Ancora 70 chilometri sulla statale di Bocca Trabaria, a tratti sotto la grandine, ci portano a scavalcare l'Appennino a quota 1500 metri: arriviamo a Urbino che è ancora giorno e ormai non piove più. Un certo appetito ci porta a cercare qualcosa
di abbondante e succulento da mettere sotto i denti: andiamo da Carlo a Fermignano, meglio conosciuto, almeno fra di noi, come "la bocciofila" perché ospitato nell'edificio di un bocciodromo. Da Carlo non è un ristorante ma la vera, originale trattoria di paese, frequentata da gente del posto, dove servono poche cose ma tutte buone. Ci accontentiamo di una pappardella al ragù d'oca in due e una favolosa bisteccona di manzo a testa, veramente ottima. E' un locale che consigliamo, ma solo a chi è disposto a rinunciare a certe raffinatezze pur di gustare del cibo che vale il viaggio!

1 commento:

  1. Avete fatto davvero un bel giro per la Toscana! San Galgano è meravigliosa, entrando tra quei ruderi sembra di tornare indietro nel tempo... Stupendo! ^__^

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