mercoledì 11 luglio 2012

Punta Licosa


Certe volte si fanno delle sciocchezze: presi dall'entusiasmo, dal clima di festa, dalla giovane età, ci si imbarca in situazioni dalle quali è difficile venir fuori. Questa è una di quelle volte.
Decidiamo di visitare Punta Licosa. Potrà sembrare un progetto banale, privo di qualsiasi possibile complicazione: il nostro albergo dista pochissimi chilometri dalla punta. Si prende l'auto... No, non si può andare in macchina. Eppure il navigatore... Si, ma la strada è privata, con tanto di cancello e guardiano che lascia passare, a piedi, solo qualche decina di visitatori al giorno. Ecco, queste sono proprio le cose che non devono dirci! Se una cosa è difficile, complicata, limitata, ovviamente vogliamo farla e ovviamente ci incamminiamo subito, così come ci troviamo (infradito e sacca in spalla), per attraversa la Tenuta del Principe di Nonsocosa, limitatore della libertà di visita delle sue terre e del godimento del mare che è di tutti.
Cinque chilometri e mezzo sotto un sole che ammazzerebbe un dromedario! Arriviamo boccheggianti alla prima bellissima insenatura dopo più di un'ora. Un bagno è d'obbligo! Riprendiamo la strada leggermente sollevati, la meta non può essere troppo distante. Infatti non lo è, ma siamo decisamente stanchi e ci mettiamo quasi un'altra ora per giungere al porticciolo davanti alla villa-castello di 'sto principe. Anche qui lo spettacolo è notevole e tutto sommato la principesca scelta di limitare l'accesso non è disprezzabile, vista la tranquillità che si può godere. E poi, parliamoci chiaramente, se uno fosse il proprietario di tutto sto po' po' di posto, non credo sarebbe così democraticamente disponibile a condividerlo con orde di turisti.
Sul ritorno stendiamo un velo pietoso: siamo distrutti!
Dobbiamo tirarci su con una buona cena: proviamo a raggiungere un ristorante sulla spiaggia in una località vicina ma - orrore - anche qui è tutto privato e non si può entrare con la macchina! Fortunatamente ripieghiamo su Il Calesse, a Castellabate: fortunatamente perché il luogo è bello, la cortesia è tanta, il cibo è buono e il conto è ragionevole. Ci rifacciamo ampiamente della giornata un po' difficile e possiamo tornare in albergo contenti, nonostante i piedi doloranti.

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